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Recensione “Quichotte”


Trama

In questo romanzo, che ha tutto e niente a che vedere con il classico di Cervantes, si intrecciano la storia di Sam Duchamp, scrittore mediocre di spy stories che vuole scrivere un ultimo grande romanzo prima di morire, con quella dei suoi protagonisti, il vecchio commesso viaggiatore Quichotte e il figlio immaginario Sancho. In un viaggio che attraversa l’America su due binari paralleli, il confine fra realtà e finzione si farà sempre più indistinto, costringendo i personaggi di carne e d’inchiostro a schivare meteoriti e apocalissi, mentre realizzano cosa significa davvero amare, accettare, perdonare e morire.

Perché leggere questo libro?

  • È un inno al bene e al male del nostro mondo
  • Sfrutta l’elemento fantastico per trattare i grandi temi del nostro tempo
  • Ci insegna che la vita non è così difficile come sembra, ma neanche così semplice

Recensione completa

“Quichotte” è un romanzo di formazione anticonvenzionale, doloroso e a tratti liberatorio, perché ad imparare a vivere non sono degli adolescenti alle prime armi, ma un gruppo di adulti che deve capire tutto della vita prima che sia troppo tardi. Da una parte, gli indiani Quichotte e Sancho dovranno affrontare delle dolorose esperienze per scendere a patti con la realtà razzista del Paese in cui vivono, comprendere che non si trovano nel mondo idealizzato che credevano e che, a volte, gli amori impossibili nascono proprio per essere tali. Dall’altra, lo stesso viaggio scaverà dentro il loro creatore Sam Duchamp, la sua crisi di mezza età e l’ansia di lasciare una traccia concreta del suo cammino, che lo porterà a usare le disillusioni dei suoi personaggi come una maschera per affrontare le proprie.

Quello di “Quichotte” è un mondo immaginifico e tragicomico che elimina il confine fra realtà e finzione, dove i sani sono quelli disposti ad attraversare il mondo per amore e i matti quelli che lo governano. Così, il viaggio verso l’amore, il perdono o la morte diventa un viaggio del lettore verso la vita vera, che lo costringe a guardare dal finestrino mentre anche i problemi più indefiniti della nostra società vengono a galla uno dopo l’altro, per lasciarlo con una domanda fondamentale. Quanto è reale il mondo in cui vivo?



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